La DIRETS ha chiesto al Ministro Madia di partecipare a RIFORMATTIVA, un progetto del Dipartimento della Funzione Pubblica, realizzato nell’ambito del PON “Govenance e Capacità Istituzionale 2014-2010”, per accompagnare l’attuazione della Riforma della P.A. con il coinvolgimento “attivo” delle amministrazioni locali. Le Regioni interessate alla sperimentazione sono: Sicilia, Campania, Piemonte e Lazio.
Restiamo in attesa della risposta del Ministro Madia.
Si è tenuta lunedì 28 agosto, all’ARAN, una riunione che ha visto la partecipazione di molte confederazioni, tra cui la CODIRP, cui DIRETS aderisce.
L’incontro è stato introdotto da Sergio Gasperini, presidente dell’ARAN, che ha illustrato le principali questioni all’ordine del giorno.
RISORSE ECONOMICHE:
Priorità ha il tema delle risorse economiche: come fare ad affrontare l’aumento contrattuale di 85,00 euro previsto dall’accordo del 30 novembre e l’incidenza sul bonus degli 80,00 euro? Dovrà essere un tavolo con le OO.SS. a valutare l’impatto degli aumenti, anche sul bonus.
WELFARE:
Sembrerebbe che ci siano dei margini per superare la differenza di trattamento fiscale tra pubblico e privato. Risulterebbero delle possibilità di estensione infatti anche al lavoro pubblico della defiscalizzazione prevista nel privato. È necessario quindi che il tavolo con le organizzazioni sindacali lanci un segnale su questo importante tema.
PARTECIPAZIONE SINDACALE:
Altro problema messo in luce da Gasperini è stato quello della partecipazione sindacale e dell’individuazione delle materie che il Tavolo reputerà di dover affidare alle diverse forme di partecipazione.
Per agevolare la discussione in merito al primo punto durante la riunione è stata distribuita ai partecipanti una tabella, in cui erano indicati i 12 precedenti comparti di contrattazione, e un documento con l’indicazione della platea dei lavoratori interessati al bonus (con una retribuzione compresa tra i 24mila e i 26mila euro complessivi annui), per ciascun comparto. La fonte dei dati economici è la Ragioneria Generale dello Stato. Questi lavoratori, che fruiscono del bonus fiscale, per ogni euro di incremento retributivo cedono 48 centesimi.
Sono stati due gli scenari prospettati dal presidente Gasperini:
1) Gli 85,00 euro di aumento ancora non sono presenti. L’accordo stipulato il 30 novembre prevedeva che questi venissero aggiunti al bonus. Per questa ragione si devono cercare ulteriori risorse disponibili per una cifra di almeno 88,60 euro.
2) Un altro scenario potrebbe venirsi a creare nel caso in cui i benefici contrattuali contribuiscano alla diminuzione della platea dei beneficiari degli 80,00 euro dovuta all’incremento degli stipendi. In questo caso il costo del bonus fiscale diminuirebbe mano mano, e quindi la spesa inferiore potrebbe andare a coprire l’aumento per le risorse contrattuali.
L’ARAN non si è detta in accordo con la proposta per cui sarebbero previsti incrementi contrattuali maggiori per le fasce di lavoratori che usufruiscono del bonus: questa soluzione infatti altererebbe la scala parametrale delle retribuzioni contrattuali. Una soluzione invece potrebbe essere che, accanto all’aumento contrattuale fisso, venga messa in busta paga una voce distinta, diversa da quella relativa allo stipendio.
Ma a valutare l’effetto dei bonus fiscali sugli incrementi contrattuali, precisa l’ARAN, devono essere le parti.
Le varie confederazioni presenti al tavolo hanno espresso il loro parere in merito al tema.
Per la CODIRP la partecipazione sindacale è fondamentale. Ma cosa si intende con questo concetto? Al tavolo sarà necessario affrontare anche il tema delle relazioni sindacali. I temi importanti sono: il welfare aziendale, l’organizzazione e gli incarichi dirigenziali ma è necessario discutere anche della defiscalizzazione, che è un altro passaggio di rilievo. Il tavolo deve e può affrontare dei criteri generali per le sezioni, sia nei comparti che nelle aree. Difficilmente invece potrà essere risolto il tema del bonus degli 80,00 euro perché non sono chiari gli effetti di questa manovra anche sui contratti futuri.
Ha concluso la discussione il presidente dell’ARAN Sergio Gasperini che ha sottolineato che la prima difficoltà è l’assenza dell’iscrizione nella legge di stabilità di più della metà delle risorse necessarie. All’appello alla concretezza, ha detto Gasperini, si risponde con un comparto del tavolo funzioni centrali che si riunirà già il 31 agosto e che affronterà il tema della partecipazione sindacale.
La disposizione fa parte del pacchetto di attuazione della Riforma della Pa in esecuzione della legge delega n. 124/2015 che all’ articolo 11, comma 1, lettera p ) ha previsto la fissazione di principi e criteri direttivi relativi alla dirigenza sanitaria specificamente per le figure di direttore generale, direttore amministrativo e direttore sanitario nonché, ove previsto, di direttore dei servizi socio-sanitari.
L’alta dirigenza sanitaria si svincola così dall’ampia discrezionalità di nomina e viene regolata secondo principi di professionalità e merito. Sul totale di 100 punti, 60 punti vengono assegnati per l’ esperienza professionale e 40 per i titoli formativi e professionali che abbiano attinenza con le materie del management e della direzione aziendale.
Si precisa poi che per “esperienza dirigenziale” si intende solo l’ attività, svolta nel settore pubblico o privato, di direzione dell’ ente o di una delle sue articolazioni, purché risulti da formale incarico e comporti autonomia organizzativa e gestionale, nonché diretta responsabilità di risorse umane, tecniche o finanziarie. Sono espressamente escluse le funzioni di mero studio, consulenza e ricerca.
Certamente un passo avanti verso una buona la sanità che è un bene fondamentale, garantito dalla Costituzione e per la quale vanno assicurati livelli di assistenza uguali sul territorio e quindi fatte scelte tecniche il più possibile svincolate dalla politica.
Ci si chiede perché gli stessi principi non siamo esportabili anche per la restante dirigenza pubblica; perché di contro nell’ amministrazione di stato, regioni, enti locali più si va in alto nel vertice organizzativo più ampie sono le discrezionalità di scelta e la fiduciarietà politica negli incarichi.
E’ come dire che per gestire una Azienda Sanitaria c’è bisogno di merito, professionalità e competenza, mentre per gestire una Direzione Regionale (per esempio la Direzione Regionale della Sanità ) basta una persona di fiducia del Presidente di turno. Forse un Ministero o una Regione sono macchine meno complesse di una ASL?
Più si va in alto nei vertici, più pare ci si dimentica di tenere conto dell’esperienza dirigenziale per privilegiare l’appartenenza e la consonanza politica.
Così è accaduto che in una regione tutte le cariche apicali sono state conferite senza neanche una procedura pubblica, ma per totale discrezionalità politica, secondo una legge regionale antecedente alla riforma; in un’altra è stato conferito un incarico apicale ad un soggetto che non ha mai svolto funzioni dirigenziali essendo in precedenza semplice funzionario; in un’altra ancora si è dovuto arrivare a cambiare la procedura perché tutti gli incarichi dirigenziali venivano gestiti dal Direttore generale soggetto totalmente fiduciario della politica.
Se si vuole veramente riformare la pubblica amministrazione e combattere la corruzione che “spuzza”, come ha detto Papa Francesco, si deve ripartire dalla dirigenza e dalla normativa sul conferimento degli incarichi. Per tutti ci devono essere scelte improntate al merito e alla professionalità, concorsi pubblici, senza incarichi esterni a soggetti che non sono mai stati dirigenti nel settore pubblico o privato e tanta trasparenza. La riforma madia si è bloccata proprio sulla dirigenza e da qui che si deve ripartire: aspettiamo con fiducia il rinnovo del contratto di lavoro specialmente per la parte normativa sugli incarichi dirigenziali.
Silvana de Paolis
Segretario Nazionale Area DIRER-SIDIRSS
Federazione DIRETS
Ieri all’ARAN è stata firmata l’ipotesi di accordo relativo al Contratto sulle Prerogative Sindacali.
E’ il primo Contratto firmato dalla Confederazione CODIRP, la Confederazione alla quale oggi aderiamo.
Alla DIRER sono riconosciute solo 37 ore di permesso l’anno per le riunioni di organismi statutari, ancora meno di quelle che avevamo in precedenza. Questo rafforza la scelta politica che abbiamo fatto di unirci ad altre sigle, dal SIDIRSS alla DIREL, per contare di più ed essere più forti.
Per avere più ore di permessi e più prerogative sindacali tutto dipenderà da quanti saremo al 31 dicembre di questo anno, quando saranno riconteggiate le deleghe sindacali.
Ora si deve fare il massimo sforzo per incrementare il numero delle deleghe ed evitare ogni fuoriuscita verso altre sigle sindacali.
Cliccando qui troverete il testo siglato il 26/7/2017 contenente l’Ipotesi; questo è solo il primo passaggio. Inizia adesso l’iter procedurale che porterà alla firma definitiva, certamente in autunno.
Pa, De Paolis (Direr-Sidirss): “Dirigenti scontano lentezza su riforma” / Il Video dell’intervista rilasciata all’Agenzia DIRE, a seguito dell’audizione con il Presidente del Comitato di Settore Regione-Sanità, Massimo Garavaglia.
Clicca sul link per il video:
ROMA – “Sugli incarichi dirigenziali scontiamo anche il fatto che non è stata portata a termine la riforma Madia, per cui ci troviamo con un contratto che in qualche modo avrebbe presupposto la riforma realizzata. E invece ha un buco”. Lo dice Silvana De Paolis, segretaria nazionale Direr-Sidirss, il sindacato della Dirigenza e Quadri direttivi delle Regioni e Amministrativi della Sanità.
Sul problema della riorganizzazione del lavoro della dirigenza, la sindacalista spiega: “Noi principalmente chiediamo, e lo abbiamo chiesto in tutte le sedi di riforma, di avere chiarezza sulla parte normativa, di avere chiarezza sulle modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali, di avere certezza sulla durata degli incarichi senza che siano interrotti da continui processi di riorganizzazione, e di avere chiarezza sul fatto che gli incarichi dirigenziali vanno dati secondo il merito, secondo le valutazioni”.
Il sindacato, continua De Paolis, chiede inoltre “di avere chiarezza sul fatto che prima di tutto gli incarichi vanno dati al personale interno agli Enti e poi solo se non ci sono competenze e professionalità negli Enti locali, si possa ricorrere a personale esterno. Tutto questo torniamo a chiederlo chiederlo al Tavolo contrattuale”.
È dal conferimento dell’incarico dirigenziale, sottolinea De Paolis, “che nasce il rapporto, l’effettività del lavoro del dirigente e la separazione della politica dalla gestione amministrativa. Noi abbiamo avuto un incontro con il presidente del Comitato di settore Garavaglia proprio in vista della riapertura del Tavolo contrattuale sul contratto di lavoro della dirigenza. E’ una situazione molto complessa perché con la restrizione delle aree di contrattazione ci troviamo insieme con situazioni molto diversificate ma il trait d’union di tutto è proprio l’attribuzione degli incarichi dirigenziali”.
“La dirigenza deve avere un rapporto di lealtà con il politico ma non di fiduciarietà perché il dirigente, il dipendente pubblico, è al servizio di tutta la Nazione. Lo dice la Costituzione e questo principio non è stato toccato nemmeno con le eventuali riforme che non sono andate avanti” dice Silvana De Paolis, segretaria nazionale del Direr-Sidirss, il sindacato della Dirigenza e Quadri direttivi delle Regioni e Amministrativi della Sanità.
“Il principio della separazione tra politica e dirigenza negli Enti locali, nelle Regioni e nel settore della sanità- continua la sindacalista- è un principio scritto sulla carta che poi va realizzato nel concreto”. Il dirigente pubblico, “deve essere quindi competente, capace e super partes e deve essere in grado di realizzare gli obiettivi che fissa la politica nel modo migliore“.
La Corte di cassazione si è espressa sulla compatibilità dei rinnovi contrattuali dei contratti dei dirigenti a tempo determinato rispetto alle disposizioni comunitarie che vietano l’abuso della successione nel tempo dei contratti.
Clicca sul link per la Sentenza n.-17010-2017
e clicca qui per il testo interpretativo
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco
delle assunzioni della dirigenza in attesa della riforma che non c’è mai stata.
Per approfondimenti, leggi Qui l’ importante articolo di Luigi Oliveri
Mercoledì 19 luglio siamo stati ricevuti dal Presidente del Comitato di Settore Regione-Sanità – Massimo Garavaglia e abbiamo consegnato un importante documento.
clicca qui per il DOCUMENTO e leggi il RESOCONTO COMPLETO DELL’INCONTRO
Lunedì 10 luglio u.s. si è riunita in Roma la Segreteria Nazionale e il Consiglio Direttivo DIRETS.
E’ stato un incontro molto proficuo e sono state delineate le linee guida di azione sindacale da tenere presso l’Aran e ancor più sui tavoli che si apprestano ad essere aperti sul rinnovo del Contratto di Lavoro Nazionale.
Continua a leggere l’importante comunicato cliccando QUI
Le importanti riflessioni sulla dirigenza e sulla opportunità di introdurre la figura dei “Quadri” nel settore publico nella Requisitoria Orale del Procuratore Generale della Corte dei Conti Claudio Galtieri nel giudizio sul Rendiconto generale dello Stato 2016.
Leggi tutto l’intervento cliccando qui QUI