Sempre meno dirigenti negli Enti Locali e nelle Regioni, “ascensori” poco rispondenti a criteri di professionalità e un CCNL che non riesce a vedere la luce
Una P.A. che da anni viene definita “orientata ai risultati” ma dove l’attenzione è rivolta prevalentemente alle procedure e ai numerosi adempimenti del D.Lgs. 150/2009, andando a rafforzare l’idea che il risultato sia il rispetto delle norme.
È l’analisi che emerge da un articolo a firma di Francesco Verbaro per la rivista Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore a proposito dello stop al premio obiettivi in busta paga a favore dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche centrali per il triennio 2020-2022 a seguito del controllo eseguito dalla Corte dei Conti sul sistema di misurazione e valutazione della performance e qualificato come non idoneo con conseguente riconoscimento di premialità ai dipendenti pubblici senza rispettare criteri meritocratici.
“Vale per i Ministeri, ma ancor di più per gli Enti Locali ! Con un’unica differenza: nei Ministeri i dirigenti continuano ad esserci ed i Direttori Generali sono praticamente inamovibili, mentre negli Enti Locali i dirigenti sono sempre di meno, spesso sostituiti con funzionari, persino in posizioni dirigenziali strategiche, e vale il Ruolo Unico, con “ascensori” poco rispondenti a criteri di professionalità…”.
Lo ha detto Mario Sette, segretario generale di Fedirets/Sezione Direts e segretario generale di Direl, il sindacato italiano dei dirigenti degli Enti Locali con maggiore rappresentatività a livello nazionale.